STORIA

settantasei tre studenti a Torino mettiamo su un complesso lo chiamiamo franti bastardi noi bastardo lui ci mescoliamo dentro tutto quello che incrociamo musiche poesie film cortei manganellate cartoni alla tivù Gustavo Kojak e Muppet Show Pavese Dostovjeski Buzzati Che Guevara le pietre alla pula fughe dalla pula ci mescoliamo con tutti quelli che strenuamente vogliono la luna quella piena della gioia senza limiti e pure quella nera la luna del turbine nascosto che spazza nel cranio un attimo prima e un attimo dopo il sonno ci teniamo le nostre case e foto le parole e ci teniamo i compagni e ci teniamo a noi ci teniamo a fargliela pagare ci teniamo a suonare alle nostre mille giovinezze e diecimila stanchezze alle piccole storie di una rivoluzione grande come Inti il sole indio mentre chi sparava su di noi fa il presidente e chi l’attore fa il boia chi sfruttava mio padre sfrutta mio figlio mentre la chitarra ora la suono meglio e la voce si è fatta più ferma mentre tu che mi ascolti stai di fianco come un blues brother ignorando scalatori sociali travestiti pezzi di merda e mentre apriamo le orecchie alla contrazione Rap! e rapraprap tutta la città corre si sbatte leonca el paso spacca il marcio con un fiore che noi innaffiammo stanchi da diecimila solitudini ma ancora bastardi testardi cascano dai muri foto bianche e nere batte il tempo il cuore grande di afriche metropolitane siamo cani sfatti di pogo ubriaco se dormo dammi una spinta siamo cani nei cortili dietro la vetrata digitale la bici rovesciata nella risaia che guarisce dal napalm violentata terra mia siamo cani respirate.